Come si impara una lingua da piccoli? Il bilinguismo è un bene o un male? Ma se deve ancora padroneggiare bene l’italiano come si può pretendere che parli anche l’inglese? Queste domande, ormai, sono all’ordine del giorno. Premetto che ho sempre creduto nell’importanza della lingua straniera, io stessa ho frequentato una scuola media sperimentale in cui si insegnavano due lingue e, a seguire, alle superiori tre lingue, ma concludo dicendo che non ne no so parlare bene neanche una. Ed è vergognoso. Che sia io la tonta?
S’impara con l’esperienza
Da quando sono mamma, ho scoperto un’infinita di cose sull’essere umano, sull’evoluzione, sulla crescita e sull’intelligenza innata. Non serve uno scienziato per dirci che l’acqusizione di qualsiasi tipo di abilità passa dall’esperienza continua e diretta. I nostri figli imparano a camminare, mangiare, parlare perchè tentano e ritentano e non perchè forniamo loro manuali di istruzioni e tomi di grammatica. Palletta ha una proprietà di linguaggio di molto superiore alla media, dato che a 30 mesi fa discorsi complessi e davanti alla copertina del Re Leone mi dice: “mamma, hai visto? Ci sono il leone, il facocero e il suricato” (#datemiundizionario!). Ecco, io penso derivi da diversi fattori: lui è particolarmente ricettivo, io parlo a mio figlio come fosse un adulto, leggiamo libri non adatti alla sua età (quella sulla copertina), è stato a contatto con bambini più grandi.
Ora mi domando, se fosse cresciuto in un contensto bilingue, avrebbe raggiunto lo stesso livello di padronanza? Continua a leggere “Bilingue sì o no? Come s’impara una lingua da piccoli?”